Attualmente il palazzo è sede di mostre, al piano terra sono presenti bar e locali che consentono al pubblico di accedere al cortile esterno e di godere della bellezza dell’edificio.
Il restauro iniziato nel 2021, in cui è prevista la sistemazione dei serramenti da parte del “Gruppo Rivotti” donerà ulteriore prestigio all’edificio.
Il palazzo Rodolfo e Gio Francesco Brignole Sale o Palazzo Rosso si trova in via Garibaldi a Genova nel cuore dalla città, esattamente di fronte alla sede del comune.
Il 13 luglio 2006 fu inserito nella lista dei 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Fu edificato tra il 1671 e il 1677 su progetto dell’architetto Pietro Antonio Corradi. L’edificio presenta una pianta a “U” chiusa da una loggia, dando forma in questo modo a un cortile interno di pianta quadrata. Sono presenti due piani nobili al primo e al terzo piano, entrambi organizzati con loggia e salone in posizione assiale e una fila di sale ai lati.
Tutti gli ambienti vengono illuminati da grossi finestroni in legno protetti da persiane alla genovese anch’esse in legno. Nei piani ammezzati le finestre sono coperte da scuri decorati.
Tutte le stanze del palazzo sono arricchite da affreschi di epoca barocca che lo rendono uno degli edifici più conosciuti e apprezzati a Genova.
Nei due secoli successivi esso subì molti cambiamenti che modificarono in maniera radicale la conformazione iniziale dell’edificio rendendo quasi del tutto illeggibile la struttura originaria.
Fu nel 1950, a seguito dei bombardamenti del 1942 che distrussero parte del palazzo e resero necessari degli interventi di restauro, che si decise, non senza opposizioni, di attuare un restauro che riportasse l’edificio alle sue forme originali.
Come a palazzo Bianco e San Lorenzo venne chiamato l’architetto Franco Albini.
L’atrio e le logge furono chiusi con vetrate di cristallo non intelaiate, mettendo così in evidenza dall’esterno gli affreschi e creando allo stesso tempo degli ambienti luminosi, lasciando penetrare la luce, attraverso le logge, anche nel cortile centrale.
Albini si occupò di studiare l’allestimento per l’esposizione delle opere presenti tutt’ora; Per le scale del corpo principale e la pavimentazione del primo piano nobile fu impiegato del marmo bianco, mentre le pareti e le volte prive di affreschi vennero dipinte in grigio-violetto. Al secondo piano nobile, il pavimento fu ricoperto di feltro rosso e, per le pareti non affrescate, Albini adottò un rivestimento in panno di lana color grigio indaco.
Per collegare fra loro i quattro piani dell’ala sud fu realizzata l’iconica “scala ottagonale”, sostenuta da tiranti d’acciaio, impreziosita da un corrimano continuo in legno e staccata dalle solette che attraversa in modo da essere essa stessa un’opera d’arte.